Attività clinica

Allergologia

In ambito allergologico sono presenti percorsi diagnostico-terapeutici per le seguenti patologie:

Le allergopatie respiratorie sono malattie ad elevata prevalenza sia nei paesi occidentali che in quelli in via di sviluppo. Secondo i dati dell’Ordine Mondiale della Sanità (OMS), centinaia di milioni di soggetti di ogni età soffrono di rinite allergica, stagionale o perenne.

Per la diagnostica dell’oculorinite vengono eseguiti skin prick test con estratti dei più comuni allergeni inalanti, stagionali e perenni. Il test ha elevata sensibilità e specificità, basso costo e fornisce esito pressoché immediato; nel 2016 sono stati condotti circa 4000 skin prick test. Nel caso in cui tale test non fosse eseguibile, viene effettuato il dosaggio delle IgE specifiche (RAST) e IgE ricombinanti molecolari, metodiche molto più sensibili della prima ma con costo elevato per la sanità e il paziente. Quest’ultima metodica è utilizzata prevalentemente in previsione di immunoterapia specifica (ITS), terapia desensibilizzante per allergeni stagionali o perenni, applicabile a pazienti non responsivi alla terapia sintomatica.

è una malattia infiammatoria cronica della pelle caratterizzata da prurito intenso e lesioni che variano dall’eritema lieve agli eczemi con lichenificazione grave. La patogenesi è complessa e coinvolge fattori genetici, immunologici e ambientali. Spesso, la dermatite atopica si associa ad altre condizioni atopiche come asma e rinite allergica. 

In presenza di segni e sintomi suggestivi di dermatite atopica, il Medico di Medicina Generale può richiedere una valutazione specialistica allergologica, prenotabile tramite il CUP con impegnativa per “prima visita allergologica”. Durante la visita, lo specialista effettuerà un’anamnesi dettagliata e un attento esame obiettivo per valutare l’estensione e la gravità delle lesioni cutanee.

Il trattamento della dermatite atopica mira a ridurre l’infiammazione cutanea e il prurito, prevenendo le riacutizzazioni. Le terapie croniche includono l’uso di emollienti per generare un’efficace effetto barriera; in caso di malattia in fase attiva, vengono impiegati i corticosteroidi topici (al dosaggio e per la durata minima utile) e il tacrolimus ad uso topico.  Se vi è persistenza di patologia, può essere necessario, a seguito di rivalutazione, una terapia con ciclosporina per os; nei casi gravi o refrattari, viene indicata una terapia con farmaci biologici, tra i quali emerge il Dupilumab (anti IL-4/IL-13). Rivalutazioni periodiche con lo specialista allergologo sono essenziali per ottimizzare la gestione della malattia e migliorare la qualità di vita del paziente.

L’orticaria è una patologia cutanea ad esordio acuto, spesso recidivante o cronico, si manifesta con eruzione cutanea pomfoide, pruriginosa, spesso diffusa a tutto il corpo. Si stima che il 15-20% della popolazione generale presenterà almeno un episodio di orticaria nel corso della vita.

Esistono due forme principali di orticaria:

Orticaria acuta: dura meno di sei settimane ed è spesso scatenata da infezioni virali, allergeni alimentari, farmaci (antibiotici, FANS), punture di insetti o stress fisico (esposizione al freddo, caldo, pressione sulla pelle). In molti casi, non è necessario individuare la causa, poiché la reazione tende a risolversi spontaneamente.

Orticaria cronica: persiste oltre sei settimane e può essere spontanea, senza una causa identificabile, oppure indotta da stimoli specifici come il freddo, il calore, la pressione o l’esposizione alla luce solare. La forma cronica spontanea è spesso di origine autoimmune, con produzione di autoanticorpi che attivano i mastociti, cellule coinvolte nella risposta infiammatoria.

Il picco di incidenza si colloca tra i 20 e i 60 anni ed è più frequente nel sesso femminile (rapporto F/M: 3/2). Circa un quarto della popolazione affetta da orticaria acuta andrà incontro ad una cronicizzazione della patologia.

Dal punto di vista eziologico, l’orticaria può essere distinta in:

a.            Forme spontanee:

i.             Orticaria cronica spontanea

b.            Forme fisiche:

i.             Orticaria da pressione

ii.            Orticaria da freddo

iii.           Orticaria colinergica

iv.           Orticaria solare

v.            Orticaria factitia/orticaria dermografica

vi.           Orticaria da vibrazione

c.            Forme autoimmuni:

i.             Orticaria vasculitica

ii.            Orticaria pigmentosa

d.            Forme allergiche:

i.             Orticaria da farmaci

La diagnostica delle forme di orticaria si basa su ematochimici volti a confermare o escludere coinvolgimento del sistema immunitario, eventuali alterazioni endocrine e infezioni in atto.

Dal punto di vista allergologico, vengono effettuati test fisici, quali test al cubetto di ghiaccio, test da caldo, test da pressione, foto-test, test al siero autologo.

Il trattamento prevede l’uso di antistaminici di seconda generazione (non sedativi), che devono essere assunti regolarmente e a dosaggi adeguati per controllare i sintomi. Nei casi resistenti, si utilizzano farmaci biologici o immunosoppressori nei casi più gravi.

L’allergia alimentare è una reazione immunitaria anomala a specifici alimenti, mediata dalle immunoglobuline E (IgE). I disturbi indotti da allergia alimentare interessano fino al 5% dei bambini di età inferiore a 3 anni e circa il 4% della popolazione adulta, con una prevalenza complessiva del 3-6%. Può manifestarsi con sintomi lievi, come prurito orale e orticaria, oppure con reazioni gravi, fino all’anafilassi. Gli alimenti più frequentemente responsabili dell’allergia alimentare sono in ordine di frequenza: la frutta (27,6%), i vegetali (20,7%), il latte vaccino (20%), i legumi (15,9%), il grano (14,5%), la frutta secca (9,7%), la carne (9%), i frutti di mare (9%), l’uovo (9%) e il pesce (7,6%).

Nei bambini, le allergie al latte e all’uovo possono in alcuni casi risolversi, mentre quelle alle arachidi e alla frutta a guscio sono generalmente più persistenti. La diagnosi si basa su test cutanei, dosaggio delle IgE specifiche e test di provocazione orale in ambiente controllato. Il trattamento principale è l’evitamento dell’alimento che ha prodotto la reazione, associato alla gestione delle emergenze con adrenalina autoiniettabile in caso di reazioni gravi. Nuove terapie, come l’immunoterapia orale desensibilizzante, stanno emergendo come possibili strategie per aumentare la tolleranza all’alimento responsabile.

La diagnostica allergologica si avvale di RAST e IgE ricombinanti, prick test, prick-by-prick con alimenti freschi e test di esposizione orale. In casi selezionati, presso la nostra Struttura potrà essere effettuato il test di attivazione dei basofili.

Diagnostica

L'iter diagnostico comprende l'esecuzione di skin prick test, prick-by-prick con alimenti freschi, patch test, test in vitro (diagnosi allergologica molecolare e test di attivazione dei basofili), test di provocazione orale con alimenti o farmaci (a singolo o a doppio cieco), spirometria senza volume residuo, test di broncodilatazione farmacologica, test di provocazione bronchiale aspecifico, misura del monossido di azoto (NO) bronchiale e nasale, citologia nasale ed escreato indotto. L'approccio terapeutico integrato prevede, quando indicato, la prescrizione di immunoterapia specifica sublinguale o sottocutanea, per le allergie respiratorie o l'allergia al veleno di imenotteri. Il Centro è, inoltre, prescrittore di farmaci biologici per il trattamento dell'orticaria cronica spontanea, per l'asma grave, per la dermatite atopica e la rinosinusite cronica con poliposi nasale.